
Se mi chiedessero di scegliere una parola soltanto da conservare con me per tutta la vita e cancellare completamente le altre, senza dubbio sceglierei la parola mare. Mare è una parola rotonda e morbida di due sillabe soltanto, levigate e scorrevoli: ma-re. Tu non hai visto il mare? Una frase che suscita immagini di infinito, di freschezza e di calore al tempo stesso. Chi non ha mai visto il mare forse lo può anche immaginare dal suono della parola che lo descrive: il mare deve essere ventoso, formato di acqua che scivola su se stessa e il rumore del mare sarà di certo ritmato e continuo. Impossibile sarebbe stato dare lui un altro termine per sostantivarlo. La M di mare si associa alla maternità, quindi il mare è madre, mano che stringe, morbido magma d’acqua; la lettera A, invece, è la più completa e assoluta, apertura totale dove tutto entra e tutto esce, lettera che contiene altre lettere, A è amore, affetto, abbraccio, ancestrale ricordo, assenza, appartenenza. La R è lettera rotonda e rumorosa, come il respiro del mare, è lettera rapida, ripida, ruvida, raccolta, mentre la E è una lettera difficile, ermetica, eccitante, effimera, elegiaca. Il mare è la sintesi di tutto ciò, una parola che è fatta di mille parole, un po’come l’essere umano con le sue mille facce. Io mi sento pienamente mare.
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