Le parole

L’uomo, pallido in volto, si avvicinò. Si mise a sedere stanco sul bordo del letto, in attesa. –siamo due esseri lontanissimi- pensava mentre con una mano sfiorava una caviglia di lei. “Basterebbe che tu, qualche volta, rimanessi in silenzio. Tutto sarebbe più facile, sai?” la giovane parlava come si fosse risvegliata da un lunghissimo sonno. “Lo so, ma io lo devo fare. Non sono come te.” Lei afferrò svogliatamente la sua mano e se la portò alle labbra. Nel suo mondo bastava solo un respiro per comunicare, aveva provato ad insegnarglielo troppe volte ma lui si ostinava a non capire, ogni parola per lei era un’enorme fatica, suoni sprecati che esprimevano concetti frastagliati, incompleti -le parole sono per i ragionieri- ripeteva in continuazione – per i ragionieri e per la scuola.- A queste frasi lui si sentiva morire di nuovo. Ogni giorno si proponeva di riscattarsi, di dimostrarle quanto in realtà lui valesse (forse anche più di lei), lui, il poeta stimato da tutti -ora vedremo se davvero i miei discorsi e i miei ragionamenti valgono meno del suo silenzio. Io so misurare la profondità delle parole, lei si sta solo prendendo gioco di me- Ma puntualmente bastava un cenno di lei, un lieve sorriso, a fargli capire che un abisso infinito li separava.
La ragazza si mise seduta, alle spalle dell’uomo. Poteva percepire i pensieri che si azzuffavano rovinosamente nella mente di lui, ne sentiva quasi il rumore, le urla disperate di alcuni e i pianti sommessi di altri, capiva la sua volontà di arginarli, capiva il suo disagio. Quasi in un tentativo di placare il tormento, la giovane sfiorò le tempie dell’uomo. Sotto le dita le percepiva di carta, friabili, pronte da un momento all’altro a farsi strappare -questa è la differenza tra chi le parole le fa e chi le ascolta soltanto. Se solo lui potesse capire.- Gli passò una mano tra i capelli, guidandogli il volto verso di lei. Come per un atto dovuto lo baciò, senza eccessivo trasporto, poi lo guardò negli occhi, pieni di lacrime. In un silenzio irreale fecero l’amore, senza quasi toccarsi e senza perdersi di vista un solo istante. Solo per un attimo lei chiuse gli occhi e a bassa voce pronunciò il suo nome, gocce di suono immerse in un liquido uterino, privo di risonanza. Prima di sciogliersi l’uomo la ringraziò.
Ma sapeva di non averla posseduta, nemmeno in quel modo.
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