Ogni giorno devo lottare contro idee che bruciano come tizzoni, tagliano, feriscono, fendono come coltelli, mi sminuzzano l'anima, la fanno in piccolissime briciole dolorose che immerse in acqua stridono fumanti.
Se penso a te sento il desiderio di lavarmi, lavarmi per ore ed ore sotto un getto bollente, voglio cancellarti dalla mia mente che non ti vuole, non ti ha mai voluto, anzi, tu sei una nera infezione che si apre e si amplia giorno dopo giorno, un veleno amaro chiuso in una boccetta che ogni volta si rompe e riversa tutto il suo liquido liquoroso nel mio sangue.
Eppure tu mi investi, mi spezzi ancora dopo tutti questi anni, sei ancora lì, dentro quell'enorme casa in stile vittoriano che ti sei costruito tra le mie membrane pesanti e in quella casa continui ad agguingere mobili, quadri, ma spesso, molto più spesso, distruggi la prima cosa che ti capita sotto mano, così, gli dai fuoco ed io lo sento, non devi pensare di essermi estraneo, tu vivi in me, mi penetri di continuo anche se non lo sai. Mi penetri di giorno con le tue parole asettiche, divinamente calme, mi penetri con gli occhi fugaci, martellate di sguardi che spesso mi infierisci senza pietà e mi penetri di notte, con il tuo corpo insicuro, timido per la sua nudità, imbarazzato per le nostre differenze.
In fondo noi ci siamo incontrati più spesso e più a fondo di chiunque. In un modo o nell'altro.
Se penso a te sento il desiderio di lavarmi, lavarmi per ore ed ore sotto un getto bollente, voglio cancellarti dalla mia mente che non ti vuole, non ti ha mai voluto, anzi, tu sei una nera infezione che si apre e si amplia giorno dopo giorno, un veleno amaro chiuso in una boccetta che ogni volta si rompe e riversa tutto il suo liquido liquoroso nel mio sangue.
Eppure tu mi investi, mi spezzi ancora dopo tutti questi anni, sei ancora lì, dentro quell'enorme casa in stile vittoriano che ti sei costruito tra le mie membrane pesanti e in quella casa continui ad agguingere mobili, quadri, ma spesso, molto più spesso, distruggi la prima cosa che ti capita sotto mano, così, gli dai fuoco ed io lo sento, non devi pensare di essermi estraneo, tu vivi in me, mi penetri di continuo anche se non lo sai. Mi penetri di giorno con le tue parole asettiche, divinamente calme, mi penetri con gli occhi fugaci, martellate di sguardi che spesso mi infierisci senza pietà e mi penetri di notte, con il tuo corpo insicuro, timido per la sua nudità, imbarazzato per le nostre differenze.
In fondo noi ci siamo incontrati più spesso e più a fondo di chiunque. In un modo o nell'altro.
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