28 marzo 2007

Un modo per ricordare

Non ci sarò oggi che è il giorno
dopo un anno dopo il ricordo
la non macchiata sostanza
che ti lascia
al riparo dai miei sogni
sarà quieta la riunione
ritmica litania
delle tue visioni che eri
che non eri la faccia povera
della gente sopra la ghiaia calpestata più bianca
digerita suola dopo suola così
una traccia livida
massacrata di te
per ognuno si farà urna di fiori
pagati un soldo a mano.

E’ il mio modo di ricordare. I fiori sono come corpi morti e si sfaldano. Davanti a una tomba le lacrime si induriscono e si ergono a prova di un dolore superiore, tutto da mostrare e rendere monumento. Ma il dolore è proprio, come il pensiero e il ricordo che lo accoglie, è un pudore, pelle viva che va curata ma non strappata. Di chi muore resta il segno, la cicatrice profonda che si riapre, sanguina e si richiude. La si deve affrontare e il sangue va raccolto, non disperso tra ingorghi di mani.